Caccia al Rosso


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mercoledì 20 agosto 2014

[L'angolo delle Poesie] Pier Paolo Pasolini e "Le ceneri di Gramsci". Dedicato a Antonio Gramsci

Parole di Alberto Asor Rosa dal volume: ''Scrittori e popolo, il populismo nella letteratura italiana contemporanea'':

"Dietro l'ideologia del populismo si profila la presenza di una cultura, che si fa garante e in un certo senso testimone oggettiva, storica della visione pasoliniana di popolo. Si fanno i nomi di Croce e Gobetti, quasi a testimoniare la comparsa di una dimensione morale; si fa, soprattutto, il nome di Gramsci, e dietro o in Gramsci s'individua la funzione attiva, rivoluzionaria, di un'ideologia marxista"

PIER PAOLO PASOLINI

 ''La religione del mio tempo esprime la crisi degli anni sessanta... La sirena neo-capitalistica da una parte, la desistenza rivoluzionaria dall'altra: e il vuoto, il terribile vuoto esistenziale che ne consegue. Quando l'azione politica si attenua, o si fa incerta, allora si prova o la voglia dell'evasione, del sogno o una insorgenza moralistica (la mia irritazione contro certa ipocrisia delle sinistre: per cui si tende ad attenuare, classicisticamente la realtà: si chiama "errore del passato")...............

Le ceneri di Gramsci è uno degli undici poemetti da cui prende il titolo il libro di Pasolini, pubblicato nel 1957. Il poemetto dedicato a Gramsci è centrale nell'opera e risale al 1954.
Alla fine del volume c'è una nota dell'autore:
"Gramsci è sepolto in una piccola tomba del Cimitero degli Inglesi, tra Porta San Paolo e Testaccio, non lontano dalla tomba di Shelley. Sul cippo si leggono solo le parole: Cinera Gramsci, con le date."
Il Gramsci di quel cimitero non è quello della prigionia, della lotta, quindi indifeso e solitario. E' riscontrabile in questa idealizzazione di Gramsci la figura del fratello partigiano assassinato. Il centro del poemetto si sposta sulla figura del poeta, mentre Gramsci viene "preso, ripreso e abbandonato più volte con un ritmo spezzato quasi a testimoniare la difficoltà di una precisa definizione. [...] Come se il poeta, volgendo lo sguardo direttamente su di sé, acquistasse maggior forza, maggior interesse". Il popolo assume una valenza di sincerità, quasi religiosa.
Gramsci rappresenta una dimensione storica, a cui il poeta si riferisce, ma che non intende come portatrice di progresso, che vede esclusivamente nella vitalità prorompente del popolo.

"Lo scandalo del contraddirmi, dell'essere
con te e contro di te; con te nel cuore,
in luce, contro te nelle buie viscere;
del mio paterno stato traditore
- nel pensiero, in un'ombra di azione -
mi so ad esso attaccato nel calore

degli istinti, dell'estetica passione;
attratto da una vita proletaria
a te anteriore, è per me religione

la sua allegria, non la millenaria
sua lotta: la sua natura, non la sua
coscienza; è la forza originaria

dell'uomo, che nell'atto s'è perduta,
a darle l'ebbrezza della nostalgia,
una luce poetica: ed altro più

io non so dirne, che non sia
giusto ma non sincero, astratto

amore, non accorante simpatia..." 

by Dana

"Le ceneri di Gramsci" lette da Dana

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