Ad esempio paragonando i dati genetici di chi riesce a smaltire i grassi più facilmente con quelli di altri individui, si potrebbero identificare i tratti distintivi che favoriscono un minore livello di colesterolo, e indirizzare le cure o l’industria farmaceutica in modo più preciso. Finora la maggior parte di questi “segni” (o “biomarkers”, in inglese) scoperti dalla scienza sono legati alla fase terminale di certe malattie perché gli studi tradizionalmente si focalizzano sui pazienti già malati. Ma Baseline punta sui grandi numeri perché vuole identificare qualsiasi tipo di “segno”, anche quelli che forniranno poche informazioni utili per curare le malattie. L’impresa è comunque un grande passo verso l’ignoto e richiederà molto tempo prima di produrre risultati concreti, dice Conrad al Wall Street Journal. Ma rispetto al passato questo tipo di studi sono enormemente più economici, grazie allo sviluppo delle nuove tecnologie. Baseline non sarà orientata alla creazione di prodotti o servizi commerciali e i dati raccolti, promette Google, non saranno venduti a nessuna altra azienda. Ma i laboratori di Mountain View stanno nel frattempo sviluppando diversi dispositivi portatili che consentono il monitoraggio dell’attività biologica, come un modello di lenti a contatto che controllano i livelli di glucosio nel sangue e che verranno testati proprio sui partecipanti al progetto Baseline prima di arrivare sul mercato.
(da il fattaccio)
di Dana
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